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La Porta

Arezzo, nella sua lunga storia, ha avuto un grande sviluppo grazie alla sua disposizione nevralgica nel sistema viario della penisola italica, sia in epoca etrusca che romana. Era una delle tappe più importanti della via Cassia 

 e da Arezzo partivano la via Ariminensis per Rimini e la Flaminia Militare per Bologna.

Arezzo divenne una delle Città più importanti dell’Impero Romano grazie a questa sua posizione. All’incrocio del Cardo (l’attuale sistema viario di via di Fontanella, di Pellicceria e via Buonconte) e il Decumano (da via Francesco Redi a via Ricasoli) sorgeva il Foro in epoca romana ed etrusca, all’incirca dove ora sono il Prato e la Chiesa Cattedrale; proprio dal più importante spazio pubblico cittadino deriva il nome del nostro Quartiere. Infatti, la vecchia Porta del Foro, posta alla fine dell’attuale via Ricasoli, all’ingresso di Piaggia del Murello, era la più vicina alla Piazza, i cui edifici avevano ospitato i principali Templi, le amministrazioni cittadine e il mercato pubblico.

La Porta del Foro fu in seguito spostata più a valle, alla fine di Piaggia del Murello all’incrocio con l’attuale via Cavour e, infine, nel rinascimento, nell’attuale collocazione. A quel punto la distanza con l’antico luogo del Foro, che aveva lasciato il posto prima alla Cittadella Medievale, e poi alla Fortezza Medicea e alla Cattedrale, poste nella sommità dei due colli di San Pietro in Cremona e di San Donato, i più alti di Arezzo Città, era sempre più grande, e prese quindi il nome dalla chiesa (anzi, dalle chiese) dei due protomartiri aretini, ossia i Santi Lorentino e Pergentino.

L’attuale Porta San Lorentino, invece, fa parte delle fortificazioni rinascimentali di Arezzo. In quel periodo c’è una grande rivoluzione dal punto di vista bellico: l’uso massiccio della polvere da sparo rende inutili le vecchie mura delle città, rimaste sostanzialmente immutate dal punto di vista dei materiali e delle tecniche costruttive dal periodo romano a quello medievale. Mura più basse, oblique e rinforzate con della terra alla base erano più difficilmente attaccabili dai cannoni rispetto a quelle alte e diritte. Tutte le città si dotano di nuove mura e fortezze e quelle dello stato mediceo non fanno eccezione. Arezzo sarà anzi dotata della prima fortezza dell’allora Ducato di Toscana, progettata dai Sangallo, architetti militari del futuro Granduca. Si costruiscono dei bastioni o baluardi accanto alle vecchie porte per proteggerle con una nuova potenza di fuoco; in quello accanto alla nostra porta sarà rinvenuto, durante i lavori di sbancamento del 1553, il bronzo etrusco della Chimera che è il nostro stemma. Ma questa è una storia che vi racconteremo più avanti.

La Porta subirà modifiche e restauri vari, tra cui quello del 1644 che gli ha dato l’aspetto attuale, e quello dell’inizio degli anni ’30, nel quale sono stati aperti i due ingressi laterali per rendere più agevole il passaggio dei veicoli, è stato fatto il ballatoio dal quale si accede ai locali sopra alla porta e grandi finestre hanno sostituito quella più angusta che dava verso la città. In quell’occasione sono stati anche inseriti i merli che ancora oggi dominano le mura intorno alla porta stessa.

Porta San Lorentino è diventata la sede storica del nostro Quartiere nel 1985. Sono state aggiunte le vetrate ed è diventata la sede delle riunioni del Consiglio Direttivo, il luogo dove sono custodite le lance d’Oro vinte e un museo che ospita visitatori ogni anno, tra i quali gli studenti sia italiani che stranieri, come gli americani della Oklahoma University e i giovani delle scuole nell’ambito del progetto “Grembiulino Giallo-Cremisi”.

Le ultime modifiche alla Porta, effettuate dal nostro Quartiere, sono state il restauro del portone in legno nel 1998, grazie a una sottoscrizione che ha coinvolto tutti i quartieristi, e la collocazione della riproduzione del bronzo etrusco della Chimera al suo interno, nel 1999.

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